Nei prossimi 5 anni Qualcuno mi ha chiesto cosa vorrei nei prossimi 5 anni. Per chi sto creando? Qual è il messaggio? Ho riflettuto sulla mia risposta. All'inizio ho detto che voglio che i miei progetti vengano realizzati. Sto creando per me stesso. Il messaggio del lavoro è calma. La risposta non era falsa... ma era molto incompleta. Quello che voglio è più grande. Voglio che le opere fisiche vengano realizzate sì, ma anche che le narrazioni crescano, che la scala si espanda. Voglio essere presente nella conversazione, seduto tra artisti il cui lavoro contribuisce al dialogo di una cultura ancora in formazione (continuo a pensare all'immagine del gruppo di surrealisti a Parigi che ha cambiato la storia dell'arte). Mentirei se dicessi che creo solo per me stesso. Creo anche per coloro che mi hanno seguito fin dall'inizio e per gli sconosciuti casuali che guardano e poi si allontanano o decidono di indagare ulteriormente. La risposta finale è che il lavoro non porta un messaggio unico, a volte tende verso il subconscio, il corpo, il mondo naturale. Altre volte è solo un pensiero in movimento, un pezzo che non è completamente realizzato. Alla fine, i miei obiettivi cambiano, i miei desideri si trasformano. Ma ciò che rimane è la mia ambizione di creare e quando morirò, spero che il corpo di lavoro lasciato dietro sarà assolutamente innegabile.
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